La postazione di lavoro perfetta per il traduttore
Questa mattina curiosando su Bloc-Notes, il blog della rivista Tradurre, ho trovato un sondaggio sull'ergonomia della postazione di lavoro. Ecco il link al questionario in italiano:
Sondaggio sull'ergonomia della postazione di lavoro del traduttore
Sondaggio sull'ergonomia della postazione di lavoro del traduttore
Ho risposto alle domande un po' per curiosità, un po' per una specie di senso del dovere del traduttore verso tutto ciò che riguarda la propria professione, ma poi, man mano che procedevo nel questionario, mi sono messa a pensare (e a immaginare).
Oltre ad informarsi sulla presenza di sedie regolabili, monitor adeguati, scrivanie abbastanza larghe, ecc. le domande riguardavano l'ambiente circostante nel suo complesso. C'è una finestra e, dunque, possibilità di avere aria fresca nella stanza? Si sentono rumori da fuori? I colleghi, i vicini, gli amici ti disturbano durante il lavoro?
Allora mi sono chiesta, quale sarebbe la mia postazione ideale per tradurre? Una finestra ce l'ho, ho anche un balcone, ma cosa mi piacerebbe vedere fuori? Che suoni vorrei entrassero in stanza? Che profumi?
Mi è subito venuto in mente il blog La stanza del traduttore, dove i traduttori descrivono il luogo, la stanza, in cui lavorano abitualmente. Le stanze che amo di più sono quelle che parlano di mare e campagna, sarà perché al momento vivo in città? L'erba del vicino è sempre più verde (e più profumata)? Chi lo sa! Però ho provato a raccogliere informazioni dentro di me e a creare la mia stanza immaginaria, quella in cui spero di poter tradurre fra qualche anno.
Vorrei avere sempre fiori di campo sul davanzale della finestra
Mi piacerebbe ci fosse un camino
Dovrei poter raggiungere il mare a piedi
Fuori dalla finestra voglio vedere esplodere l'autunno
D'inverno, la neve
Potrebbe essere così vista da fuori
La mia futura scrivania
Ma per ora mi accontento di fare decorazioni autunnali (da un'idea di Susan Branch) e appenderle alla finestra di fronte alla postazione di lavoro!
Chi si accontenta gode, pensiamola così, va'!
Oltre ad informarsi sulla presenza di sedie regolabili, monitor adeguati, scrivanie abbastanza larghe, ecc. le domande riguardavano l'ambiente circostante nel suo complesso. C'è una finestra e, dunque, possibilità di avere aria fresca nella stanza? Si sentono rumori da fuori? I colleghi, i vicini, gli amici ti disturbano durante il lavoro?
Allora mi sono chiesta, quale sarebbe la mia postazione ideale per tradurre? Una finestra ce l'ho, ho anche un balcone, ma cosa mi piacerebbe vedere fuori? Che suoni vorrei entrassero in stanza? Che profumi?
Mi è subito venuto in mente il blog La stanza del traduttore, dove i traduttori descrivono il luogo, la stanza, in cui lavorano abitualmente. Le stanze che amo di più sono quelle che parlano di mare e campagna, sarà perché al momento vivo in città? L'erba del vicino è sempre più verde (e più profumata)? Chi lo sa! Però ho provato a raccogliere informazioni dentro di me e a creare la mia stanza immaginaria, quella in cui spero di poter tradurre fra qualche anno.
Vorrei avere sempre fiori di campo sul davanzale della finestra
Hampshire, Chawton, Jane Austen's house museum, estate 2014 |
Mi piacerebbe ci fosse un camino
Jill Barklem, Brambly Hedge |
Dovrei poter raggiungere il mare a piedi
Fuori dalla finestra voglio vedere esplodere l'autunno
Jill Barklem, Brambly Hedge |
Potrebbe essere così vista da fuori
Hampshire, Chawton, estate 2014 |
La mia futura scrivania
San Girolamo nello studio, Domenico Ghirlandaio |
Ma per ora mi accontento di fare decorazioni autunnali (da un'idea di Susan Branch) e appenderle alla finestra di fronte alla postazione di lavoro!
Chi si accontenta gode, pensiamola così, va'!
2 commenti:
Il camino, la neve fuori... a questo punto ci vuole pure una bella tazza di tè fumante, magari giapponese. Ma per favore, non tradurlo!
:):):)
La tazza di tè fumante <3 è così d'obbligo che mi sembrava superfluo scriverlo! :D
Certo in un ambiente così idilliaco, tra tè, natura prorompente, camini e tutto il resto forse andrebbe a finire che non lavorerei per niente!
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